
A Proposito di: "Napoli, piena emergenza criminalità", "il caso Napoli", "Napoli sotto i riflettori", "a Napoli si spara..." ,"a Napoli si muore...", ma si nasce anche, "a Napoli si ride", "Napoli siamo noi","fuggire da Napoli..." "tornare a Napoli", "torna a Surriento...", tra i tanti libri seriosi, anzi diciamo pure seri, che analizzano la città ed il fenomeno camorristico nella sua espressione militare e finanziaria... ma anche altri che guardano all'espetto storico e sociale, o semplicemente di cronaca, è uscito un altro libro, a dicembre, un po' piu' in sordina rispetto agli altri, che anche dice la sua su Napoli. Il libro è quello che vedete in copertina, sì, proprio quello, ed ha per titolo "Le avventure di Paspokaz" di Bruno Esposito. Un libro spietato, a tratti cinico ma pregno di ironia. Una drammatica ironia che, come ha detto Saviano, ti induce ad una smorfia che rimane stampata sul volto. Una smorfia di dolore. Ed è proprio l' ironia che oggi andrebbe recuperata, per poter ancora guardare avanti, e sperare, ma non solo sperare, ridere, sorridere e allo stesso tempo fare qualcosa per superare l'empasse... la prostrazione in cui la città vive. Chi è Paspokaz? ma, PASPOKAZ SIAMO NOI!
Noi che abbiamo permesso alla politica di non dare risposte ai bisogni reali della gente, noi che abbiamo permesso ai clan di allungare le mani anche nelle piu' misere puteche (leggi piccole botteghe), noi che abbiamo permesso che tenessero sotto scacco e sotto controllo interi quartieri ... sempre piu' allo sfascio, che fungevano poi da serbatoio per la manovalanza criminale, noi che abbiamo permesso ai boss, una volta accumulato tanto denaro...ma tanto, che lo portassero fuori, altrove per ripulirlo in in abito grigio con investimenti degni di questo nome, lasciando sul territorio, al territorio, solo il fetore della paura, delle discariche abusive, delle nefandezze a cui abbiamo assistito e nuove miserie da cui attingere, oltre che quel maledetto modello culturale del potere esibito, dell'arrognaza fatta legge, a cui i giovanissimi, senza un adeguata formazione critica, senza una adeguata alternativa reale, senza piu' spazio per i sogni, attingeranno a piene mani, per divenire gli aspiranti boss di domani, unico "sogno" a cui potrebbe valere la pena di aspirare. Paspokaz siamo noi, nel nostro non condividere i valori, facendo sì che la legge del piu' forte prendesse piede... e mettesse radici e divenisse essa stessa, l'assenza di valore condiviso, il nuovo valore riconosciuto.
Ma i libro di Esposito diverte anche, come solo i napoletani sanno far divertire parlando delle proprie tragedie. E forse il pregio dell'opera, sta proprio nel voler ribadire: abbiamo perso la libertà di scegliere, di decidere di vivere tranquillamente... riprendiamoci la libertà di sorridere, anche parlando di cose serie... e partiamo da quello.
Paspokaz...veramente siamo noi?